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Napoli e dintorni

La nostra culla

Hotel Marad gode di una posizione strategica per visitare alcune delle località più spettacolari del territorio campano.

Napoli
Museo del Tesoro di San Gennaro

Il Museo del Tesoro di San Gennaro è un museo di Napoli, il cui ingresso è situato accanto al Duomo ed alla Cappella del Tesoro. Il museo aperto al pubblico nel dicembre 2003, contiene circa 21.610 pezzi unici che rappresentano il tesoro del Santo raccolto in circa 700 anni grazie a donazioni di re, papi, imperatori e privati cittadini. Unica nel suo genere è la collezione degli argenti (circa 70 pezzi) che, ricoprendo un arco di tempo che va dal 1300 all’età contemporanea, si presenta intatta non avendo mai subito manomissioni ed inoltre è per quasi totalità opera di maestri della scuola napoletana. Il percorso museale prevede anche la visita alle tre sacrestie della Cappella del Tesoro, di recente sottoposte a restauro e contenenti pregevoli dipinti di Luca Giordano, Massimo Stanzione ed altri celebri artisti.

Maschio Angioino: Storia, bellezza, arte e cultura

Il Castel Nuovo, meglio conosciuto come Maschio Angioino, è un castello medievale e rinascimentale che rappresenta ad oggi uno dei simboli più amati e conosciuti della città di Napoli. Il castello ospita oggi il museo civico, cui appartengono la cappella palatina e i percorsi museali del primo e del secondo piano. La sua costruzione si deve all’iniziativa di Carlo I D’Angiò che nel 1266 salì al trono di Sicilia e stabilì il trasferimento della capitale da Palermo a Napoli. I lavori per la costruzione del Castello cominciarono nel 1279, ma la reggia rimase inutilizzata fino al 1285, anno della morte di Carlo I. Il nuovo re Carlo II si trasferì al castello con tutta la famiglia e durante il suo regno la reggia fu teatro della celebre abdicazione di papa Celestino V e dell’elezione di Bonifacio VIII che per sfuggire all’ingerenza angioina trasferì la sua sede a Roma. Dopo periodi di splendore e numerose peripezie, nel 1799 il castello vide il suo ultimo importantissimo evento: venne qui proclamata la Repubblica Partenopea.

Ercolano
Visita gli Scavi Archeologici, patrimonio dell'UNESCO

Gli scavi archeologici di Ercolano, si trovano nel comune di Ercolano, in Provincia di Napoli. L’antichissima città di Herculaneum (questo il nome della città all’epoca), venne distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. . Il solidificarsi dell’acqua piovana che si infiltrò in ogni apertura, portò al seppellimento di Ercolano, consentendo la conservazione di materiali altamente deperibili come papiri ed alimenti e rendendo, al contempo, assai difficili gli scavi. Fra il 1738 e il 1765 si svolse la prima regolare campagna di scavi, promossa da Carlo di Borbone e diretta da Rocque Joaquin de Alcubierre. L’esplorazione avvenne tramite cunicoli sotterranei che, una volta asportate le opere d’arte, venivano richiusi. Gli “archeologi di allora” diedero vita ad una planimetria che si rivelò importantissima nel 1986, quando gli scavi vennero riaperti. Ad oggi, dopo i numerosissimi ritrovamenti e scavi effettuati, Ercolano ci appare ancora in una parte della sua estensione, quella più vicina al mare. Dal 1997, inoltre, gli scavi di Ercolano, con quelli di Pompei ed Oplontis, sono inseriti nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco.

Pompei
Scavi archeologici

Gli scavi archeologici di Pompei hanno restituito i resti della città di Pompei antica, presso la collina di Civita, alle porte della moderna Pompei, seppellita sotto una coltre di ceneri e lapilli durante l'eruzione del Vesuvio del 79, insieme ad Ercolano, Stabia ed Oplonti. I ritrovamenti a seguito degli scavi, iniziati per volere di Carlo III di Borbone, sono una delle migliori testimonianze della vita romana, nonché la città meglio conservata di quell'epoca; la maggior parte dei reperti recuperati (oltre a semplici suppellettili di uso quotidiano anche affreschi, mosaici e statue), è conservata al museo archeologico nazionale di Napoli ed in piccola quantità nell'Antiquarium di Pompei, attualmente chiuso: proprio la notevole quantità di reperti è stata utile per far comprendere gli usi, i costumi, le abitudini alimentari e l'arte della vita di oltre due millenni fa.

Sorrento
Costiera Sorrentina

Il centro storico mostra ancora il tracciato ortogonale delle strade di origine romana con cardi e decumani, mentre verso monte è circondato dalle mura cinquecentesche. Vi si trovano il Duomo, riedificato nel XV secolo, con facciata neogotica, e la Chiesa di San Francesco d'Assisi, con un notevole chiostrino trecentesco, con portico arabeggiante ad archi che s'intrecciano su pilastri ottagonali. Nel museo Correale di Terranova sono esposte collezioni di reperti greci e romani e di porcellane di Capodimonte, con una sezione dedicata alla pittura del XVII-XIX secolo; dal parco si gode inoltre una magnifica vista sul golfo. Presso la Punta del Capo, 3 km a ovest, si trovano resti romani ritenuti della villa di Pollio Felice (I secolo d.C.). Un'altra villa marittima è la "Villa di Agrippa Postumo", situata letteralmente sotto l'odierno Hotel Bellevue Syrene. La villa fu fatta costruire dallo sfortunato nipote di Augusto.

Positano
Costiera Amalfitana

L'età medioevale vide la costruzione di numerose torri per l'avvistamento dei Saraceni, autori di numerose incursioni e razzie ai danni della popolazione locale. La prima torre si trova al di fuori del comune Positanese, in località Punta Campanella, dove termina la Costiera Amalfitana ed inizia quella Sorrentina. Da lì, avvistati gli arabi, si lanciava il primo segnale, un colpo di cannone, e da questo poi il tam tam si spostava alla seconda, alla terza e poi così via, percorrendo Positano e tutta la Costiera Amalfitana. In questo modo i Positanesi potevano rifugiarsi sulle ripide alture (così sono state create le frazioni di Montepertuso e Nocelle). Infatti i Saraceni, abili navigatori e combattenti, erano sfavoriti nell'addentrarsi sulle alture, ed erano facilmente preda dei contrattacchi da parte della popolazione locale.